L’Optometrista: Ortodonzia Naturale e Vista
L’optometrista è il professionista che etimologicamente parlando, “misura la vista”, non per motivazioni di importanza, tutte le figure sono ugualmente importanti e approfitto di quanto mi ha trasmesso il mio amico Sergio Prezzi, optometrista di Mori (TN) che mi ha relazionato la sua esperienza a riguardo dell’utilizzo dell'attivatore Soulet-Besombes e delle sue interazioni in ambito visivo.
“Non è mi intenzione esporre un trattato di ogni tipo di implicazione visuo-posturale dove l’attivatore può avere una funzione da protagonista, quanto scrivo ha semplicemente lo scopo di dare una visione d’insieme più ampia rispetto a quella tradizionale.
Come tutti sapete gli occhi si muovono grazie a sei paia di muscoli. In maniera sintetica diciamo che i retti esterni adibiti all’abduzione (sguardo verso l’esterno) sono innervati dal VI paio di nervi cranici o nervo abducente, il grande obliquo che serve per l’azione di abbassamento è innervato dal IV paio di nervi cranici o trocleare, mentre tutti gli altri muscoli sono innervati dal III paio di nervi cranici, chiamato oculomotore.
Quest’ultimo innerva anche il muscolo ciliare responsabile del processo accomodativo, quindi all’azione di convergenza corrisponde una azione di messa a fuoco da vicino. L’attivatore, in particolare gli esercizi di posizionamento della lingua sullo spot alla base degli incisivi superiori, può modificare il tono dei muscoli innervati dal III paio di nervi cranici. Possiamo dimostrarlo con la corda di Broch dove l’incrocio percepito dal paziente si viene a spostare a seconda sia della posizione dei piedi che della presenza o meno dell’attivatore. Un’altra dimostrazione consiste nel misurare la foria da vicino con e senza attivatore. La foria è la deviazione compensata degli assi visivi in visione binoculare, il metodo che utilizza per la sua misurazione consiste nell’uso del filtro rosso di Maddox posto dinanzi all’occhio dominante mentre il paziente osserva una luce bianca, il disallineamento della luce verso destra mostra una esoforia che viene quantificata con una apposita scala graduata.
Quale può essere l’utilità di questa rilevazione?
In caso ad esempio di una miopia evolutiva, l’esoforia stimola un eccesso di accomodazione, che porterà aun aumento della miopia stessa. In questo caso è sufficiente una breve sospensione dell’attivatore e con opportuni esercizi possiamo insegnare al paziente a dissociare l’accomodazione dalla convergenza. Solitamente l’uso dell’attivatore obbliga il paziente a respirare con il naso, ne consegue un miglioramento dell’ampiezza dei seni nasali che nel tempo possono generare un vero e proprio cambiamento del pavimento dell’orbita oculare. Ciò consente un più facile recupero delle funzioni di vergenza oculare con un ripristino della orto posizione in casi di deviazione (strabismo occasionale o non paretico) dove i muscoli oculari non sono paralizzati. Complessivamente quindi, l’attivatore comporta benefici al sistema visivo e alle sue funzioni sia di accomodazione che di motilità oculare, solo in casi che vengono segnalati dal dentista attento o dall’ osteopata, l’optometrista porterà il suo contributo per armonizzare il sistema.
Vi sono anche condizioni di un problema posturale che possono avere origine oculare. L’esempio tipico è quello della compensazione con rotazione del capo in caso di astigmatismo non corretto. Il paziente ruota il capo in modo da creare la condizione che consente di vedere l’astigmatismo compensato. Questa non è una condizione rara e purtroppo crea una serie di conseguenze spiacevoli, sia sul piano posturale che di disallineamento della masticazione. Un altro esempio è dato dai soggetti che camminano sulle punte dei piedi, che in conseguenza mostrano una postura spalle avanti e mandibola inferiore in prognatismo, in questi casi è interessante vedere come un occhiale prismatico con prismi gemellati base bassa, possa aiutare a ripristinare una corretta posizione della schiena e della mandibola. Questo e altri risultati sono più evidenti se i tre specialisti lavorano assieme.
Spero di aver dato un’idea di come lo studio di tali sinergie possa aiutare i pazienti nel perseguire il loro benessere.”
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